Aglio & C.
Nomenclatura binomiale: Allium sp.
Famiglia: Liliaceae
Milano Marzia (Erboristeria Monte Regale)
Il genere Allium, coltivato un po’ ovunque ma di origine asiatica, comprende piante erbacee, annuali o perenni, di piccole dimensioni (altezza variabile ma quasi mai superiore al metro), con infiorescenza globosa e gemme sotterranee, portate in organi di riserva chiamati bulbi, i quali producono nuovi fusti superate le stagioni
avverse di freddo e siccità. Dal bulbo dipartono radici fascicolate nel terreno e fusti cavi di sezione tonda che fuoriescono dal terreno insieme a foglie radicali. All’apice dei fusti, tra aprile e giugno, fioriscono le ombrelle globose bianco-viola che si trasformano poi in capsule (frutti) con all’interno uno o due semi.
Le piante di questo genere presentano tutte, chi più chi meno, un forte aroma dato dalla presenza di composti solforati (parliamo in particolar modo dell’allicina, molecola molto aromatica, ottenuta dalla rottura dell’alliina da parte dell’enzima allinasi, che svolge la sua azione quando la pianta viene sfregata, strappata o “rotta”), sembra infatti che il nome abbia derivazione celtica e significhi “bruciante” in riferimento proprio all’odore acre e pungente. Oltre all’odore, anche il gusto è molto forte, infatti si tratta di piante molto utilizzate in cucina per insaporire varie
pietanze tramite i tradizionali soffritti, parliamo di aglio, cipolla, porro, scalogno, erba cipollina e aglio orsino. Ad utilizzo erboristico, la pianta che presenta la maggior attività terapeutica è l’aglio, ma anche le altre possono essere sfruttate per le loro virtù curative.
1) Allium sativum (aglio)
Pianta conosciuta già all’epoca dell’antico Egitto dove era inserita nell’alimentazione degli schiavi che costruivano le piramidi e facevano lavori pesanti per dar loro un effetto tonicizzante, mentre gli atleti Greci ne mangiavano uno spicchio prima di ogni gara come corroborante, fino ad arrivare nel Medioevo dove veniva utilizzato nei
preparati antisettici di erbe inseriti nelle maschere “a becco” dei medici che curavano gli appestati. Questa erbacea dal bulbo bianco affonda le sue origini nell’Asia centrale, tutt’oggi è praticamente conosciuta e coltivata ovunque grazie al suo largo uso in cucina. Anche in erboristeria viene sfruttato il suo bulbo (il cui periodo di raccolta va dall’estate fino a settembre), ricco di sostanze attive quali: alliina (che si trasforma in allicina dopo la rottura dei tessuti, che dà l’aroma tipico), garlicina, allistatina, vitamine (A, gruppo B, C), sali minerali (magnesio, calcio,
fosforo, iodio, ferro, potassio, tracce di zinco, manganese, selenio). Grazie a questo importante pool di attivi, l’aglio può essere considerato antisettico (antibatterico, antivirale, antifungino sia per l’apparato intestinale che respiratorio), antipertensivo (poiché vasodilatatore), antiaggregante piastrinico, preventivo per l’arteriosclerosi,
ipocolesterolemizzante, ipoglicemizzante, espettorante, diuretico, digestivo, rubefacente, tonico, vermifugo, immunostimolante, antiossidante. Essendo un potente antibatterico, riesce a contrastare sia la diarrea e le dispepsie intestinali (anche le tenie per l’ulteriore effetto vermifugo), sia l’influenza (grazie alla vitamina
C si combina anche un’azione immunostimolante) e le tossi, fluidificando anche le secrezioni bronchiali. Il suo utilizzo più conosciuto è forse quello per il trattamento delle ipertensioni, grazie alla sua capacità di dilatazione delle arterie con concomitante fluidificazione del sangue: proprio per questo, l’aglio viene spesso
combinato negli integratori con la pianta del biancospino che ha azione rilassante e cardioprotettiva. Un’altra proprietà importante è quella di tenere a bada i livelli di colesterolo, andando ad inibire uno degli enzimi responsabili della sua sintesi, questa proprietà, abbinata a quella fluidificante sanguigna, fa dell’aglio un ottimo
preventivo contro l’arteriosclerosi. L’aglio stimola anche il rilascio dell’insulina, favorendo un’azione ipoglicemizzante, oltre che la diuresi promuovendo ancora l’effetto ipotensivo. L’effetto vasodilatatorio può essere anche “sentito” dall’esterno come rubefacente e quindi tonicizzante per la muscolatura pronta ad effettuare uno
sforzo, visto l’affluenza maggiore di sangue.
Dalla medicina popolare arrivano varie ricette dell’aglio in tinture (in alcol o acqua e alcol), enoliti (nel vino), sciroppi (in acqua e zucchero), semplici macerati (nel latte, per contrastare il forte aroma) o infusi (per esempio una tisana di aglio, limone e zenzero), al giorno d’oggi come integratori alimentari ritroviamo capsule di aglio
secco oppure perle di olio di aglio (macerato oleoso). Per qualsiasi tipo di preparato è molto importante l’utilizzo a crudo per il mantenimento dei principi attivi (nel caso della tisana l’infusione di 6-7 minuti non danneggia troppi principi attivi), naturalmente diventa anche terapeutico il semplice consumo quotidiano dell’aglio nelle pietanze, che però può causare problemi di alito cattivo (contrastabile masticando subito dopo qualche chicco di caffè o qualche semino di anice verde o cardamomo) e odore della pelle. Per diminuire le problematiche del forte gusto e
dell’alito cattivo, esiste una versione dell’aglio molto più amabile ma sempre attiva: l’aglio nero fermentato. Si tratta semplicemente di bulbi di aglio lasciati a fermentare a temperatura e umidità controllate per un mese e poi lasciati a ossidare per 45 giorni: ne usciranno spicchi neri come la pece, morbidi e dal gradevole aroma dolciastro, simile a quello della liquirizia. Il processo della fermentazione abbassa fortemente i livelli di allicina, ma potenzia tutti gli altri attivi rendendolo un prodotto super antiossidante, depurativo, antisettico intestinale e ricco di aminoacidi
essenziali.
Ci sono però dei casi in cui l’utilizzo dell’aglio è fortemente sconsigliato:
-in caso di gastrite e ulcera peptica (per evitare ulteriori danni alle pareti gastriche visto l’aumento degli acidi digestivi);
-in concomitanza all’utilizzo di farmaci antiaggreganti piastrinici (per evitare emorragie);
-in concomitanza all’utilizzo del farmaco Saquinavir, un antivirale utilizzato nel trattamento dell’AIDS (l’aglio può ridurre brutalmente la sua concentrazione plasmatica);
-in allattamento (per non dare al latte un sapore sgradevole);
-in caso di porfiria, una rara malattia metabolica che provoca anemia, fotosensibilizzazione della pelle e erosione delle gengive (l’aglio esalterebbe le tossine nel sangue aumentando i sintomi di questa malattia). NB: le persone affette da porfiria presentano pallore, ustioni sulla pelle se esposta al sole e canini più evidenti, la descrizione esatta dei vampiri, da qui la leggenda dell’aglio come scaccia vampiri!
2) Allium cepa (cipolla)
Originaria dell’Iran, quest’altra pianta bulbosa è presente in tutti gli orti del mondo, utilizzata in ogni cucina, sia cruda che cotta, può essere di diverse varietà in base al colore del bulbo (bianco, dorato, rosso…) che può essere raccolto da maggio a settembre proprio in base alla varietà. Nell’antico Egitto veniva utilizzata nelle
sepolture poiché la sua forma sferica e gli anelli concentrici venivano associati alla vita eterna e si pensava che il suo forte aroma ridonasse il respiro ai morti.
Il pool di attivi della cipolla comprende: alliina (che si trasforma in un secondo momento in allicina come nell’aglio), isoalliina (che con la rottura dei tessuti si trasforma in acido sulfenico e, in un secondo momento, in propantial-S-ossido. il responsabile del classico “pianto”, che essendo idrosolubile può essere in parte catturato da una lama di coltello bagnata con semplice acqua) e altre sostanze solforate, vitamine (A, gruppo B, C ed E), sali minerali (calcio, ferro, fosforo e potassio), glucochinina, flavonoidi (tra cui la quercetina). Grazie a questo potente
mix di molecole, il bulbo della cipolla può essere considerato antibatterico intestinale e cutaneo (in caso di acne), vermifugo, espettorante e preventivo del raffreddore, diuretico, fluidificante sanguigno e ipotensivo, ipoglicemizzante, digestivo, antiossidante, contrastante della perdita dei capelli e neutralizzante del veleno di vespa. Nella medicina tradizionale un decotto di cipolla con l’aggiunta di miele è un ottimo aiuto per prevenire l’influenza e combattere la tosse. Come il suo “fratello” aglio, la cipolla è ottima per combattere i parassiti intestinali e la tenia, il suo effetto antibatterico e vermifugo si può ottenere con una tintura (in alcol o acqua e alcol) o un enolita (nel vino), mentre per l’effetto antibatterico sulla pelle si può applicare direttamente la fetta di cipolla sulla pelle acneica oppure un fazzoletto imbevuto del suo succo. Altri effetti come quello dell’aglio, ma meno marcati, sono fluidificante sanguigno, ipotensivo e ipocolesterolemizzante. Gli effetti principali della cipolla sono per lo più quello diuretico, grazie ai sali di potassio che richiamano liquidi a livello dell’apparato urinario, e quello ipoglicemizzante, grazie allo glucochinina che stimola la secrezione dell’ormone dell’insulina. Sul mercato
esistono tinture e estratti secchi in capsule di cipolla, sfruttati più che tutto per la sua azione diuretica in grado di contrastare ritenzione e affezioni urinarie. Un classico rimedio della nonna è invece quello di sfregare un pezzo di cipolla direttamente sulla puntura di vespa per neutralizzarne il veleno oppure sul cuoio capelluto che inizia a
dare segni di calvizie per rivitalizzarlo e stimolare la circolazione periferica che porta nutrimento al capello.
3) Allium porrum (porro)
Pianta anch’essa conosciuta sin dall’epoca degli antichi Egizi, coltivato in tutto il mondo, delle due varietà principali si predilige quella invernale (raccolta a settembre) piuttosto che quella estiva (raccolta a giugno). Anche in questo caso si utilizza il bulbo, che rispetto a quello di aglio e cipolla, è quasi assente ed è direttamente continuativo con fusto e foglie.
Gli attivi in esso contenuti sono alliina e altre sostanze solforate, vitamine (A, gruppo B e C), sali minerali (ferro, magnesio, calcio, potassio), mucillagini. Le proprietà sono pressoché le stesse di aglio e cipolla, con effetto minore, e cioè antibatterico intestinale e cutaneo, espettorante, diuretico, digestivo, tonico.
Attualmente sul mercato erboristico non esistono integratori a base di porro, ma dalla storia possiamo dedurre i vari giovamenti col semplice consumo o attraverso i rimedi della nonna: Ippocrate ne consigliava il consumo per aumentare la diuresi e la produzione di latte nelle nutrici, Plinio affermava il suo effetto positivo sul piacere
sessuale (per l’effetto tonicizzante) e sul sonno (poiché digestivo), nel Medioevo gli erboristi lo consigliavano ad uso interno per curare i polmoni e le vie respiratorie e ad uso esterno contro le punture d’insetti. Nel libro “Tesoro della sanità” edito a Roma nel 1586 dal medico Castor Durante si ritrova una descrizione dettagliata degli
effetti del porro: “Il consumo equilibrato del porro provoca l’urina, facilita le mestruazioni… stimola venere; cotto con le mele pulisce i polmoni, riduce l’asma … cotto sotto la cenere risolve il mal di testa; toglie l’ubriachezza…”. Ecco infatti una ricetta della nonna per contrastare i postumi della sbornia: far bollire 150g di porro in un litro di acqua per 30 minuti e poi sorseggiare durante l’arco della giornata: l’effetto tonico e quello digestivo dovrebbe aiutare a riprendersi più in fretta.
4) Allium ascalonicum (scalogno)
Molto simile alla cipolla, ma con bulbi più piccoli e allungati dal colore rosso-viola, organizzati in grappoli, che vengono raccolti in giugno-luglio. Lo scalogno viene spesso utilizzato in cucina al posto proprio della cipolla per i soffritti che rimangono sempre molto aromatici ma più delicati e dolciastri. I principi attivi in esso contenuti sono: alliina, isoalliina (che provoca il “pianto” come nella cipolla) e altre sostanze solforate, vitamine (A, gruppo B e C), sali minerali (calcio, fosforo, potassio, silicio, selenio), flavonoidi (tra cui antocianine e quercetina). Le proprietà rimangono pressoché le stesse della cipolla: antibatterico, diuretico, ipotensivo, ipocolesterolemizzante, ipoglicemizzante, digestivo, antiossidante, rimineralizzante. Anche in questo caso, come per il porro, non
esistono prodotti erboristici in commercio a base di scalogno, ma si possono ottenere le sue virtù con il semplice consumo quotidiano, meglio a crudo.
5) Allium schoenoprasum (erba cipollina)
Coltivata anche come piantina ornamentale per i suoi bellissimi fiori globosi rosa intenso, dell’erba cipollina sono utilizzati sia le foglie (raccolte dalla primavera all’autunno) che i bulbilli (raccolti a fine estate). Anch’essa contiene alliina e altre sostanze solforate, vitamine (A, gruppo B e C) e sali minerali (calcio, fosforo, ferro, potassio) e come le altre Liliaceae ha potere antibatterico intestinale, digestivo, depurativo, antiasmatico. A livello culinario sono utilizzate per lo più le foglie da mangiare a crudo nelle insalate, a livello erboristico non ci sono prodotti in
commercio, ma con le sue foglie si possono fare degli infusi per il raffreddore e la digestione lenta, delle tinture alcoliche oppure dei vini medicati con i bulbilli.
6) Allium ursinum (aglio orsino)
E’ una delle piante spontanee mangerecce più ricercate, le sue foglie, raccolte in primavera, vengono utilizzate per insaporire insalate e zuppe. Il nome “orsino” deriverebbe dal fatto che gli orsi ne siano ghiotti e la consumino al risveglio dal letargo. Dal punto di vista erboristico viene sfruttato il bulbo, anch’esso raccolto in primavera: contiene alliina e altre sostanze solforate, flavonoidi, vitamine (A, gruppo B e C) e sali minerali e ha quindi effetto antibatterico intestinale, ipocolesterolemizzante, diuretico e depurativo come le altre piante del genere
Allium. Le foglie di aglio orsino hanno però anche ottime proprietà cosmetiche: svolgono un’azione lenitiva e nutriente sulla pelle e possono essere tritate e amalgamate con acqua distillata per creare un tonico oppure con yogurt bianco per creare una maschera di bellezza.
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