Calendula
Nomenclatura binomiale: Calendula officinalis
Famiglia: Asteraceae (ex Compositae)
Nome dialettale (Piemonte): “Margaritassa”
La calendula è una pianta erbacea alta tra i 70 e i 100 cm tipica di prati e zone ghiaiose, cresce dalle zone mediterranee fino a quelle montane, presenta foglie spesse e vischiose e infiorescenze giallo-arancio, simili a quelle delle margherite, dette capolini, che fioriscono dalla primavera fino all’autunno. E’ coltivata anche
come pianta ornamentale per i suoi bellissimi fiori, infatti viene anche chiamata “fiorrancio”. Il nome vero e proprio, calendula, deriva dal latino “calendae”, ovvero il primo giorno del mese nel calendario romano, poiché questa pianta fiorisce una volta al mese mantenendo la fioritura continuativa per quasi tre stagioni.
La calendula la si può trovare anche negli orti perché attira le api impollinatrici ed essendo eliotropica (si apre e segue il sole in sua presenza e si chiude in sua assenza) può essere un buon segnale sul fatto se ci sarà o no bel tempo.
La parte di pianta utilizzata in campo fitoterapico sono proprio le bellissime infiorescenze, ricche di flavonoidi, mucillagini, saponine, carotenoidi e olio essenziale. Grazie a questo pool di principi attivi, la calendula presenta numerose proprietà: antinfiammatoria, antisettica, cicatrizzante, antispasmodica ed emmenagoga. I fiori vanno raccolti tra aprile e luglio, recidendoli senza picciolo.
Ad uso esterno, sotto forma di impacco, unguento, pomata, gel o oleolita, essa può essere applicata anche alle pelli più sensibili, da quelle dei neonati a quelle degli anziani, per lenire e disinfiammare la pelle aiutandola nello stesso tempo a ricostituirsi. L’oleolita di calendula viene addirittura consigliato per ammorbidire i
capezzoli delle gestanti durante l’allattamento, mentre l’unguento è ideale per bruciature e geloni.
Ad uso interno la calendula stimola il flusso mestruale quando è inesistente e lo regolarizza in caso di abbondanza, aiuta inoltre a tamponare i dolori del ventre in periodo mestruale e ad alleviare le vampate di calore in periodo di menopausa. In tisana o in tintura madre (estratto idroalcolico), questo bellissimo fiore arancio è il
migliore amico delle donne, è solamente sconsigliato in gravidanza poiché essendo emmenagogo, stimola il flusso sanguigno a livello del pelvi e dell’utero, quindi può causare un aborto nei primi mesi della gravidanza. La tintura madre di calendula è però ottima da aggiungere al bagnetto dei neonati e per lenire il dolore causato
dall’uscita dei dentini andando a tamponare la gengiva infiammata con un cottonfiock imbevuto. Fare sciacqui alla bocca con acqua e tintura di calendula lenisce anche le gengive degli adulti dopo un intervento dal dentista oppure per un’infiammazione causata da impianti o protesi.
L’infiorescenza della calendula è anche edibile, infatti i petali freschi vengono utilizzati in aggiunta a zuppe e minestre o per decorare i piatti, mentre i boccioli possono essere conservati sotto aceto.
A cura di Milano Marzia (Erboristeria Monte Regale) per il Comizio Agrario di Mondovì.
No comments