In occasione del 100° anniversario della nascita di Franco Basaglia (1924 – 1980), psichiatra e neurologo abbiamo voluto presentare un documentario di Remo Schellino che indaga la malattia mentale.
Franco Basaglia è giustamente considerato il fondatore del concetto moderno di salute mentale, e ancora oggi, le sue teorie, hanno un forte peso in ambito psichiatrico. Il suo approccio alla cura della malattia mentale, da lui stesso definito fenomenologico ed esistenziale, è in netta contrapposizione a quello positivistico della medicina tradizionale vigente all’epoca.
Quindi il Comune di Rocca de’ Baldi, il Centro Studi Etnografici Museo “Augusto Doro” e il Comizio Agrario hanno presentato martedì 2 luglio 2024 alle ore 21,00 nell’ambito della manifestazione gratuita “Cinema al Castello” il documentario “E il copione? Il copione dov’è? Dentro di noi, signore. Il dramma è dentro di noi” di Remo Schellino.
La proiezione gratuita del film avverrà nel parco del Castello di Rocca de’ Baldi con la presenza del regista Remo Schellino e dello psichiatra Dottor Raffaele Gozzi.
«Il documentario nato come strumento per comprendere e capire la malattia mentale al di là dei preconcetti e dei pregiudizi, è pensato per diventare materia di analisi di convegni e incontri» scrive Remo Schellino. «I protagonisti sono gli utenti del servizio psichiatrico dell’Asl Cn1 ospiti del Centro diurno di Ceva: uomini e donne fra i quaranta e i sessant’anni, persone che quotidianamente devono lottare per evitare di essere sopraffatti da una realtà parallela che non permette loro di godere a pieno ciò che il mondo reale offre. Il fine è quello di affrontare i temi del disagio psichico attraverso una galleria di punti di vista; il racconto di se stessi in forma biografica, i loro deliri, le stranezze, le composizioni poetiche, la voglia e il desiderio di esprimersi. L’unico set utilizzato è stato quello del Teatro Marenco di Ceva. Davanti allo specchio del camerino del teatro vedremo ogni utente del Centro in fase di vestizione e nell’intento di truccarsi in un personaggio che lui ha scelto. In questo tempo dedicato ai preparativi, dietro le quinte di un ipotetico spettacolo, ognuno racconterà i sogni, le aspettative, le paure.
Il finale vedrà gli attori-pazienti salire sul palco del teatro e posizionandosi uno accanto altro, dandosi la mano, faranno l’inchino rituale di fine spettacolo, rivolgendo lo sguardo in direzione della platea vuota e senza pubblico. Il vero e unico spettacolo è quello nascosto, dietro le quinte, quello della vita raccontata a se stessi riflessi in uno specchio».
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Remo Schellino: “L’intento del film è quello di aiutarci a non dimenticare un passato forse più semplice, ma certamente provvisto di una tradizione millenaria in cui magia e religiosità, lotta per l’esistenza e attenzione per la spiritualità, convivono intensamente.
Un patrimonio ricchissimo, ogni giorno sempre più sprovvisto di memorie viventi di una cultura di cui tutti siamo figli.
Oggi più che mai l’uomo ha bisogno di un punto di riferimento: corre troppo, pensa pochissimo, si proietta nel futuro perdendo di vista l’essenza del proprio passato.
Come dice lo scrittore Pino Cacucci “Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque ha una storia da raccontare”.
Ho ripercorso il paese in un incontro fraterno con gli anziani e da loro mi sono fatto raccontare le loro storie e di ognuna ho estrapolato quella che mi pareva più significativa.
Si passa dai ricordi di guerra, al lavoro, alla medicina popolare, la scuola, il rito dell’uccisione del maiale, la caccia, la nascita di un vitello, il ruolo di un sindaco donna negli anni ’70,l’incontro tra il nord e il sud nei matrimoni misti degli anni ’70 e ’80,la vita e la morte in una langa povera incontaminata ma ricca dei saperi tramandati da generazione in generazione”
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