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Cura del Creato. Cristianesimo, agricoltura e ambiente

Venerdì 6 dicembre u.s. nella sede del Comizio Agrario di Mondovì si è tenuto un incontro dal titolo “Cura del Creato. Cristianesimo, agricoltura e ambiente” al quale hanno partecipato padre Marian Costea, parroco della Parrocchia Ortodossa MondoviClaudio Bo, diacono della Chiesa Cristiana Evangelica e don Flavio Luciano, responsabile della Pastorale sociale delle Diocesi piemontesi.

Pier Franco Blengini, presidente del Comizio Agrario saluta i presenti. (da sinistra) Claudio Bo, don Flavio Luciano, padre Marian Costea, Attilio Ianniello

Attilio Ianniello, direttore del Comizio Agrario di Mondovì introduce la serata.

Dopo i saluti di Pier Franco Blengini, presidente del Comizio Agrario ed una breve introduzione di Attilio Ianniello, direttore dello stesso, è intervenuto padre Marian Costea leggendo il messaggio del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo in occasione della Giornata di preghiera per la salvaguardia del creato, che si è celebrata per la trentesima volta il primo settembre di quest’anno.

L’intervento di padre Marian Costea

«L’ecologia teologica – scrive il Patriarca Bartolomeo – non si riferisce solo allo sviluppo di una sensibilità ecologica e all’affrontare i problemi ambientali sulla base dei principi dell’antropologia e cosmologia cristiana, ma si estende al rinnovamento in Cristo di tutto quanto il Creato, come essa si realizza e viene vissuta nella divina Eucarestia, come immagine e assaggio del compimento escatologico della divina economia nella pienezza glorificante e nella luce inondante del regno di Dio».
Nel suo intervento padre Costea ha sottolineato l’importanza dell’educazione per formare credenti che abbiamo un afflato spirituale che sappia amare e custodire il Creato in tutte le sue manifestazioni di vita.

L’intervento di Claudio Bo

Claudio Bo ha accompagnato i presenti un interessante percorso biblico. Dopo aver constatato che la Bibbia per certi aspetti appare come un manuale di agricoltura con i suoi riferimenti sia ai prodotti della terra, che agli attrezzi o alle caratteristiche colturali agricole, ha presentato i tre fondamentali patti tra Dio e il Creato.
Partendo dall’ultimo di questi come viene testimoniato nel Vangelo di Luca 22,19-20. Il contesto è l’ultima cena ed il patto d’amore viene suggellato con due simboli, il pane e il vino, che diventano il corpo e il sangue di Cristo nell’Eucaristia, simboli che richiamano fortemente il lavoro umano ed il lavoro agricolo per eccellenza.
Il primo patto si legge in Genesi 1,28ss dove all’uomo viene data la responsabilità del “governo e dominio” sul Creato; il tradimento di Adamo ed Eva prima e l’allontanamento di tutta l’umanità dalle leggi divine romperanno questo patto. La purificazione del Creato attraverso il racconto del diluvio porteranno al secondo patto simboleggiato dall’arcobaleno: «Quando io accumulerò nubi sopra la terra, apparirà l’arcobaleno e io mi ricorderò della promessa fatta per voi e per tutti i viventi, a qualunque specie appartengano: le acque non scateneranno più il diluvio e non distruggerò mai più ogni vivente. Vedrò apparire l’arcobaleno nelle nubi e non dimenticherò il patto stabilito per sempre tra me e tutti gli esseri viventi nel mondo, di ogni specie» (Gen. 9,14-16). Un patto, come si legge, non solamente tra Dio e l’uomo ma con tutti gli esseri viventi. Questo patto sarà ulteriormente approfondito con il patto d’amore che nell’Eucarestia, con significati diversi, tutte le confessioni cristiane celebrano facendone memoria.

L’intervento di don Flavio Luciano

Don Flavio Luciano prima di presentare alcune riflessioni colte dalla lettura dell’Enciclica di papa Francesco Laudato si’’ ha brevemente presentato l’ultimo lavoro di Domenico Cravero intitolato “Economia della speranza”. Si tratta di un testo che propone la costruzione di una economia che non badi solo al profitto ma sappia mettersi al servizio dell’uomo e del Creato. Una economia che è ben presente nell’Enciclica Laudato si’ che
oltre a fare un quadro approfondito delle fragilità drammatiche del nostro pianeta, propone dei rimedi: rispettare le leggi della natura, dialogare con tutti e con tutte le culture (dalle tradizioni indigene ai movimenti ecologisti), promuovere un’agricoltura sostenibile e difendere e valorizzare la biodiversità, assumere stili di vita che sia favorevoli allo sviluppo sostenibile (finanza etica, giustizia sociale, consumo consapevole). Alla base di tali interventi sta il dovere di ricostruire il tessuto delle relazioni umane, collegando il sociale e l’ambientale in un’ecologia integrale.
L’incontro si è concluso dialogando con i presenti e con l’auspicio che ci siano altre occasioni di confronto tra i cristiani di confessioni diverse su tematiche ambientali e rurali.

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