Mondovì Merlo, 8 settembre 2018.
Il primo censimento degli asili d’infanzia del Regno rivelava che nel 1869 in Italia vi erano 853 di questi enti. Il Piemonte era la regione che ne aveva il maggior numero (238), seguita dalla Lombardia (214), e dalla Campania (68). In provincia di Cuneo erano attivi in quell’anno 42 asili. Mondovì, che poteva vantare il primo asilo della provincia costituito nel 1840 per bambine di famiglie indigenti su lascito della contessa Benedetta Baldissero di San Quindino, ne aveva istituito tre nel concentrico: quello femminile già citato a Breo, uno a Piazza, uno a Carassone; inoltre aveva costituito nel 1867 il primo asilo rurale della provincia nella frazione Merlo.
Quest’ultimo era frutto della volontà del vice presidente del Comizio, Felice Garelli, il quale era nato proprio nella frazione rurale del Merlo dove la sua famiglia possedeva le cascine Massariotto, Canavero e Calleri. L’occasione si presentò quando il Consiglio provinciale, il 5 settembre 1867 deliberò di stanziare 1.800 Lire da dividersi in tre premi per quei Comuni che avessero creato un asilo rurale.
Il Comizio monregalese non indugiò e attraverso il suo Socio l’avvocato Anselmo Bellone inaugurò in Mondovì Merlo un asilo da alcuni anni promosso dalla maestra locale Serafina Musso: «la recente deliberazione del benemerito Consiglio Provinciale, che destinava premi a sì filantropiche istituzioni, animò i proprietari del luogo a dargli stabile assetto. Il giorno 6 di ottobre ebbe luogo la inaugurazione preliminare dell’asilo… Intervennero alla modesta ma simpatica funzione oltre i principali promotori varii distinti personaggi, fra i quali il Sindaco della Città, cav. avv. Iemina, il Delegato scolastico mandamentale comm. dottor Garelli, il Consigliere Provinciale avv. Bellone, che ammirarono da trenta a quaranta bimbi sufficientemente istruiti. […] Abbiasi quindi le nostre felicitazioni chi per squisitezza di sentire porge il suo concorso per l’impianto e l’incremento di queste educative istituzioni, le quali son chiamate ad eliminare dalle nostre statistiche una vergogna nazionale qual è la ingente cifra di 17 milioni di analfabeti, di cui 13 nelle campagne» (“Asilo rurale per l’infanzia in Mondovì Merlo”, in “Bollettino del Comizio Agrario del Circondario di Mondovì, n. 4 – ottobre 1867).
Felice Garelli non si limitava ad istituire, dopo quello del Merlo, altri asili rurali nel Circondario, ma volle anche che all’interno degli stessi si diffondessero buone pratiche pedagogiche.
In una lettera all’amico Benedetto Cagno, datata Roma, 30 dicembre 1883, Felice Garelli esponeva le sue opinioni pedagogiche: « […]Lo stampo aportiano era buono; perché in esso l’Asilo rappresentava il tipo d’una famiglia, e secondava, con armonico accordo, lo sviluppo fisico, intellettuale e morale dell’infanzia. Sgraziatamente da molti si volle ritoccare lo stampo: e invece di perfezionarlo, come certamente si proponevano, l’hanno in realtà peggiorato. Gli asili continuano ad offrirci un degno esempio da imitare nell’indirizzo morale e disciplinare, e nell’amore materno con cui si veglia al benessere dei bambini; ma il nesso armonico nell’educazione del corpo, dell’intelletto e dell’anima non vi si trova più. Volendo impegnar troppe cose e troppo di buonora, si giunge a risultati opposti a quelli vagheggiati: anziché rinvigorire l’intelligenza, la si stanca e la si ottunde. Avviene anche peggio negli asili che coltivano quasi esclusivamente la memoria. Quivi l’insegnamento arido, materiale, uggioso, si rivolge in un questionario incompreso e indigesto che i bambini imparano meccanicamente… A rilevare l’attuale difettoso indirizzo degli Asili non occorre essere pedagogisti. Lo stesso Aporti lo aveva già scorto e condannato allorché visitando i bambini degli asili, ripeteva spesso alle maestre: “Lasciate che giuochino, lasciate che si muovano, lasciate che qui almeno si sentano felici”.
Questi vizi di metodo appaiono anche più gravi se si confronta l’ordinamento dei nostri asili con l’organismo dei giardini d’infanzia istituiti da Fröbel in Germania… In questi non si insegna, si chiacchiera, e tuttavia si svolge l’intelletto; non si studia, e tuttavia si acquistano assai cognizioni e s’impara a studiare; non si affatica la memoria, non si genera noia o stanchezza, e tuttavia si svolgono in maniera armonica e simultanea tutte le forze fisiche, intellettuali e morali. Il gioco: questo bisogno dell’infanzia, questa prima manifestazione dell’attività umana è il segreto di Fröbel, lo strumento educativo e, direi, la caratteristica del suo metodo. Co’ suoi doni di sfere variamente colorate e grosse, di cubi e cilindri interi e spezzati, di anelli, di bastoncini, di fettucce di carta colorata, che dan luogo a combinazioni infinite di forme, figure e disegni, Fröbel diverte il bambino, ne sveglia lo spirito di osservazione, lo eccita alla riflessione, ne sviluppa le facoltà inventive, ne coltiva le attitudini varie, e lo abitua al lavoro ordinato. Fröbel alterna i giuochi con gli esercizi ginnastici e le cure delle aiuole del giardino coltivate ad erbe e fiori dagli stessi bambini…» (La lettera del Garelli è pubblicata integralmente in “Bollettino dell’Associazione Promotrice degli Asili Rurali” del 31 dicembre 1883).
La frazione Merlo fu scelta anche come primo laboratorio per l’istruzione agraria degli adulti. Domenica 17 novembre 1867 il maestro Giacomo Turco infatti iniziò una serie di lezioni domenicali per i frazionisti «avendo moltissimi uditori, tra i quali non pochi vecchi». (“Scuola domenicale rurale al Merlo”, in “Bollettino del Comizio Agrario del Circondario di Mondovì, n. 5 – novembre 1867).
Oggi, 8 settembre 2018, il fermento educativo della frazione Merlo riprende vita. Nella sede del vecchio asilo rurale ottocentesco, rimodernata e abbellita con cura, nasce il “Nido del Merlo”. Un investimento per il futuro non solamente a favore della frazione ma di tutto il comune di Mondovì. Una équipe di giovani professioniste, educatrici e psicologhe, rifanno risuonare le aule dello storico asilo di voci infantili.
Francesca Boetti, Manuela Turco, Elisa Garelli e Sofia De Lorenzo iniziano lunedì 10 settembre 2018 la loro missione educativa accogliendo gli stimoli pedagogici del metodo montessoriano.
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Estratto da Ianniello Attilio, “Fare gli italiani. Il ruolo del Comizio Agrario di Mondovì e dell’Associazione promotrice degli asili infantili nei Comuni rurali del Monregalese”, in “Il presente e la storia”, Rivista dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Cuneo Dante Livio Bianco”, n. 79 – giugno 2011
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