Ginepro
Nomenclatura binomiale: Juniperus communis
Famiglia: Cupressaceae
Il ginepro è una conifera sempreverde tipica di ambienti aridi collinari e montani fino a 1500 mslm, si presenta sottoforma di arbusto o piccolo alberello che raggiunge i 4,5 m di altezza. Lo si trova in forma selvatica in moltissime regione temperate dell’emisfero boreale. Ha una corteccia bruno-rossastra con rametti flessibili dello stesso colore, ricoperti da fitti verticilli di foglie aghiformi grigio-verdi, è molto tortuoso poiché a volte si allarga anche strisciando. Si tratta di una pianta dioica con fiori maschili e femminili su individui diversi (sono entrambe a forma di cono, quelli maschili più grandi e giallastri e quelli femminili più piccoli e verdastri), dai fiori femminili nascono i frutti, chiamati comunemente “bacche”, ma che sono galbule, cioè frutti squamosi contenenti da 1 a 3 semi angolosi ricchi di componenti aromatiche: la loro maturazione avviene in due anni, quindi in autunno si possono trovare frutti acerbi verdi dell’anno in corso e frutti maturi nero-violacei dell’anno precedente.
Dal punto di vista erboristico, la parte di pianta che interessa è proprio la galbula matura, ben riconoscibile dal suo colore nero-viola e dal suo odore pungente (che ricorda quello del cedro) se viene schiacciata. Il principio attivo principale è infatti l’olio essenziale che ne dà l’aroma, composto in particolare da alfa-pinene, sabinene
e terpineolo, troviamo poi anche flavonoidi e tannini. Grazie a questo pool di attivi, il ginepro presenta più azioni: antisettico, bechico (calma la tosse), digestivo, diuretico, antinfiammatorio, antireumatico, rubefacente e aromatizzante in cucina.
L’azione diuretica è causata dall’irritazione che l’olio essenziale provoca sui reni aumentando la produzione di urina e di conseguenza la perdita di liquidi: questo è da tenere ben conto per chi ha problemi renali (e anche in caso di gravidanza), dove il ginepro è altamente sconsigliato e comunque questo effetto si può sfruttare solo per periodi brevi (per esempio in caso di cistite) e non per cicli diuretici come si fa per esempio con l’ortica o l’equiseto.
Per quanto riguarda l’effetto antisettico, bechico e digestivo, le “bacche” di ginepro sono ottime da aggiungere in tisane con effetto mucolitico e calmante per la tosse, oppure post pasto. L’estratto di ginepro lo si trova solitamente in composti erboristici (specie sciroppi) per trattare la tosse.
L’olio essenziale ottenuto dalla distillazione in corrente di vapore dei galbuli del ginepro è consigliato per inalazione proprio negli stati di raffreddamento e in caso di leggeri mal di testa, mentre può essere aggiunto ad una crema o a un olio da massaggio da spalmare sulle parti affette da dolori osteo-articolari, questo grazie al suo effetto antifiammatorio, antireumatico e rubefacente: oltre a ridurre la problematica vera e proprio, dona sollievo con l’effetto riscaldante.
Non finisce qua, visto che il ginepro è anche un ottimo ingrediente in cucina: le galbule, avendo un sapore acidulo, si abbinano bene a cibi forti come la selvaggina e i crauti e sono anche utilizzate per insaporire pesce al cartoccio e patate. Inoltre, comune dove cresce il ginepro, è l’utilizzo delle galbule per farne un liquore molto aromatico. Se parliamo invece del famoso gin, parliamo di un distillato di mosto fermentato di cereali (solitamente granoturco, frumento e orzo) che viene aromatizzato proprio con le “bacche” di ginepro e altri ingredienti aromatici.
A cura di Milano Marzia (Erboristeria Monte Regale) per il Comizio Agrario di Mondovì.
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