Arnica
Nomenclatura binomiale: Arnica montana
Famiglia: Asteraceae (ex Compositae)
Nome dialettale (Piemonte): “Tabach ëd muntagna”
L’arnica è una pianta erbacea perenne, tipica dei prati montani, alta fino a 50 cm con un robusto rizoma strisciante dall’odore sgradevole. Essa presenta fusto e foglie molto pelosi, queste ultime sono riunite in una rosetta basale e poi lungo il fusto sono disposte opposte, la foglia inferiore è però glabra. Una curiosità riguardante la peluria è il nome arnica, che deriva dal greco “arnakis” che vuol dire “pelle di agnello” rimandando proprio alla loro consistenza morbida. I fiori, di un vivo colore giallo-arancio, sbocciano tra luglio e agosto, sono in realtà infiorescenze, dette capolini, formate internamente da fiori tubulosi e esternamente da lunghi peduncoli. Questi ultimi si trasformano poi in appendici piumose che trasportano col vento i frutti nati dai fiori tubulosi, gli acheni, contenenti i semini.
Questa pianta è nota per la sua efficacia in caso di contusioni, distorsioni e ferite da trauma. La droga vegetale, ossia la parte di pianta utilizzata per i suoi effetti benefici, sono i fiori, da raccogliere da fine giugno in poi, appena si aprono. I principi attivi principali in essa contenuti sono l’arnicina (glucoside), l’elenalina (lattone sesquiterpenico), tannini e olio essenziale (in particolare timolo e derivati). Grazie soprattutto all’arnicina (che ha effetti simili a quelli della canfora), l’arnica possiede fortissime proprietà: analgesica, antinfiammatoria, astringente e cicatrizzante. Da sottolineare l’utilizzo esclusivamente esterno di questa pianta (internamente solo a dosi omeopatiche), poiché irritante della mucosa gastro-intestinale se assunta internamente. L’arnica può essere applicata sotto forma di impacchi (facendo un infuso per i dolori muscolari, i reumatismi e i problemi di artrosi, oppure un decotto su contusioni e distorsioni), pomata oppure gel direttamente sulla parte dolente e sulle ecchimosi, facendo attenzione a tenersi lontani dagli orifizi, proprio per la sua azione irritante delle mucose. Il gel ad alte % di arnica viene anche utilizzato a scopo veterinario sui traumi delle zampe dei cavalli. Ad utilizzo umano, esistono addirittura cerotti imbevuti di estratto di arnica (solitamente abbinato a estratti antinfiammatori come quelli di artiglio del diavolo e spirea ulmaria e sostanze rubefacenti come
canfora, cannella e chiodi di garofano) da applicare per un certo lasso di tempo sopra le zone doloranti.
L’arnica è anche chiamata “tabacco di montagna” poiché gli alpini la utilizzano da fumare nella pipa in assenza del vero tabacco.
A cura di Milano Marzia (Erboristeria Monte Regale) per il Comizio Agrario di Mondovì.
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