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Artiglio del diavolo

Artiglio del diavolo

Nomenclatura binomiale: Harpagophytum procumbens

Famiglia: Pedaliaceae

 

L’artiglio del diavolo è una pianta erbacea perenne rampicante tipica dei deserti dell’Africa del sud. Presenta germogli che si originano da una radice tuberosa aderente alla terra e poi si diffondono lungo il terreno, da cui poi dipartono le foglie che sono erette, carnose e lobate. Dalle ascelle fogliari nascono fiori porpora molto vistosi, da cui si originano frutti legnosi, frastagliati e muniti di spine uncinate, che ricordano proprio degli artigli. Il nome “artiglio del diavolo” deriva dal fatto che negli uncini dei frutti rimangono spesso impigliati piccoli animali selvatici e roditori che muoiono di fame oppure dissanguati perché si dimenano per liberarsi da questa trappola naturale.

La parte di pianta utilizzata dal punto di vista erboristico sono le radici secondarie, dei piccoli tuberi, che si formano da quella principale, ricchi di acqua e di principi attivi detti harpagosidi e procumbidi. Questi ultimi, inibendo la sintesi degli eicosanoidi (sostanze coinvolte nell’infiammazione), hanno azione antinfiammatoria, antidolorifica muscolare e articolare, antireumatica, ipoglicemizzante, ipocolesterolemizzante e sono utili nel trattamento della gotta. Le super proprietà dell’artiglio del diavolo erano ben conosciute alle tribù del sud Africa, i cui maghi ne utilizzavano il decotto per curare i feriti e i problemi digestivi.

Questo utilizzo venne notato nel 1904 dal medico tedesco Menhert, che si trovava nelle zone del sud-ovest africano quando le tribù locali si ribellarono al protettorato tedesco. Dopo che egli fece analizzare le radici di questa pianta, venne riconosciuta l’azione antinfiammatoria dell’artiglio del diavolo inserendolo così nel commercio europeo. L’artiglio del diavolo ad uso tipico è conosciuto da tutti sotto forma di pomata oppure di gel, abbinato spesso a oli essenziali rubefacenti, quali cannella, canfora, chiodi di garofano o zenzero, che migliorando la circolazione a livello locale provocano un aumento di temperatura con conseguente sensazione di benessere nella zona colpita dal dolore osteo-articolare.

Esistono poi anche cerotti imbevuti di estratto di artiglio del diavolo, abbinato a quello di arnica, anch’esso analgesico e antinfiammatorio, da applicare a livello del dolore per più ore al giorno. L’effetto antinfiammatorio dell’artiglio del diavolo può essere sfruttato anche internamente: la tintura madre (cioè l’estratto idroalcolico) è indicato nel trattamento di tendinite, sciatica, mal di schiena, dolori alla cervicale, artrosi, reumatismi e migliora la flessibilità delle articolazioni. Oltre che antinfiammatorio, l’artiglio è dunque un ottimo antidolorifico muscolare e articolare, ma non solo perché ha anche azione ipoglicemizzante (da non utilizzare dunque in caso di assunzione di farmaci per la terapia del diabete), ipocolesterolemizzante e aiuta a ridurre i livelli di acidi urici, responsabili della gotta, malattia infiammatoria proprio delle articolazioni. Un’attenzione all’uso dell’artiglio, oltre che per i diabetici, è anche rivolta a chi soffre di acidità gastrica (per l’aumento di produzione di acidi a livello di stomaco), a chi è sottoposto a terapie con farmaci anticoagulanti (per l’aumento della fluidità sanguigna) e alle donne in dolce attesa (per la sua possibile azione sulla muscolatura uterina).

A cura di Milano Marzia (Erboristeria Monte Regale) per il Comizio Agrario di Mondovì.

 

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