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Ippocastano

Ippocastano

Nomenclatura binomiale: Aesculus hippocastanum

Famiglia: Sapindaceae

L’ippocastano è un albero alto tra i 10 e i 30m, originario della Persia e dell’India settentrionale, oggigiorno diffuso in tutte le zone temperate dell’emisfero boreale, spesso utilizzato per adornare parchi e strade. Esso possiede un tronco corto con una chioma regolare e rotonda, le foglie sono palmate e seghettate, raggruppate in cinque o sette unità. In primavera presenta infiorescenze a pannocchia bianco-rosa dal vago profumo di miele, che in autunno si trasformano in gusci spinosi (frutti) contenenti due o tre “castagne d’India” (semi) di colore bruno-rossastro, lucide e lisce. Queste ultime non sono da mangiare, poiché fresche sono velenose e le scorze tossiche, c’è comunque la tradizione contadina di raccoglierle e portarne due in tasca nel periodo autunnale per prevenire il raffreddore. Naturalmente si tratta di una leggenda, che però trova le sue basi nell’usanza dell’antichità di usare questi semi nella cura della febbre e del raffreddore equino, infatti dal greco ippos (cavallo) e kastanon (castagna), cioè “castagne del cavallo”.

Dal punto di vista erboristico, la parte che interessa maggiormente è proprio il seme che contiene diversi principi attivi: escina (insieme di saponine), glucosidi triterpenici, tannini, flavonoidi, procianidine. Grazie a questo pool di attivi, ma in particolare grazie all’escina, il seme di ippocastano presenta varie azioni, indirizzate in particolare al sistema circolatorio: vasocostrittore, vasoprotettore, antiedemigeno, antinfiammatorio, antiemorragico, drenante.

Il decotto di semi essiccati di ippocastano, o ancor meglio il suo estratto, trova impiego nel trattamento dei problemi vascolari, quali flebite, vene varicose, insufficienza venosa, ma anche semplicemente cellulite, causata dal microcircolo malfuzionante. L’ippocastano, riducendo la permeabilità dei capillari, favorisce il drenaggio linfatico andando così a smuovere i liquidi trattenuti nei tessuti che causano gli inestetismi propri della cellulite. Lo stesso estratto lo si trova poi in composti cosmetici quali creme gambe sempre per la circolazione e la cellulite, pomate per i problemi di emorroidi (cuscinetti di tessuto riccamente vascolarizzato presenti nella parte terminale del retto), creme viso per la couperose (chiazze rossastre del viso conseguenti alla dilatazione e alla rottura dei capillari sanguigni), ma anche in gel per sportivi, visto la capacità dell’estratto di ippocastano di diminuire sia il numero che il diametro delle piccole “spaccature” che si formano nei capillari in seguito a contusioni ed escoriazioni, andando a ridurre gonfiori, edemi e dolore.

Dell’ippocastano si possono anche utilizzare foglie e corteccia, ricche di tannini (azione astringente), per fare dei suffumigi utili per le affezioni delle prime vie respiratorie e dei bagni che stimolano la circolazione e mantengono elastici i vasi sanguigni.

A cura di Milano Marzia (Erboristeria Monte Regale) per il Comizio Agrario di Mondovì.

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