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Per un fazzoletto di terra. Omaggio a Nuto Revelli

Venerdì 20 settembre 2019 alle 17,30 presso la sede del Comizio Agrario è stato presentato il numero 95 della rivista “Il presente e la storia”, pubblicazione dell’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea della provincia di Cuneo.


Il presente numero della Rivista si intitola “Per un fazzoletto di terra. Studi sul mondo rurale cuneese del Novecento”.

Pier Franco Blengini, presidente del Comizio Agrario


Dopo i saluti del presidente del Comizio Agrario Pier Franco Blengini, ha preso la parola Attilio Ianniello, direttore del Comizio Agrario che ha presentato il progetto “L’agricoltura in provincia di Cuneo. Storia economica, sociale, culturale e colturale di un territorio contadino”, progetto che vede la collaborazione del Comizio stesso con l’Istituto storico della Resistenza e che ha i seguenti obiettivi:
A. Rendere la comunità sempre più consapevole e partecipe degli aspetti storici legati all’agricoltura che ha rappresentato e continua a rappresentare il cardine dello sviluppo socio economico del cuneese. Rendere accessibili chiavi di lettura dei processi di trasformazione che ben si radichino nella rappresentazione scientifica della profondità storica dei fenomeni in atto;

Attilio Ianniello, direttore del Comizio Agrario

B. Creazione di una rete sinergica di collaborazione tra enti culturali e di ricerca nella provincia di Cuneo capace di coinvolgere il mondo giovanile, le istituzioni scolastiche e formative, le agenzie culturali che a vario titolo si occupano di cultura rurale in un’ottica di inclusione sociale, favorendo la partecipazione delle comunità di immigrati e di nuovi cittadini attraverso azioni specificatamente dedicate;

I relatori: (da sinistra) Attilio Ianniello, Beatrice Verri e Gigi Garelli

C. Restituire e divulgare il patrimonio storico documentale conservato al Comizio Agrario di Mondovì e del EPT sul territorio provinciale, oltre la cerchia limitata degli studiosi e con il loro supporto.

Gigi Garelli, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo

Gigi Garelli, direttore dell’Istituto storico della Resistenza, ha quindi parlato del presente fascicolo de “Il presente e la storia” sottolineando sia che la pubblicazione è stata dedicata a Nuto Revelli del centenario della sua nascita sia che questo interesse per la storia dell’agricoltura nasce per rispondere alle domande che sorgono dall’attuale fase di cambiamenti del mondo rurale provinciale. Studiare gli aspetti storici legati all’agricoltura, quindi, per comprendere gli attuali processi di trasformazione colturale e culturale di un mondo, quello rurale, che attualmente, nelle sue componenti più consapevoli, si pone domande sulle prospettive future, su quale via deve percorrere l’agricoltura di oggi e di domani, tenuto conto anche delle trasformazioni delle comunità rurali arricchite anche in questi ultimi anni da minoranze di persone immigrate.
Gigi Garelli ha quindi invitato gli autori dei saggi del n. 95 de “Il presente e la storia” presenti tra il pubblico a presentare brevemente i loro lavori.

Gianluca Cinelli

Hanno preso la parola quindi Gianluca Cinelli autore, con Patrizia Piredda, del saggio “Il lessico dialettale del lavoro contadino nel Mondo dei vinti di Nuto Revelli”: «Che la lingua non sia un mero strumento tecnico di comunicazione, un sistema di regole grammaticali convenzionali, bensì uno specchio della cultura che attraverso di essa si esprime, e quindi di una visione del mondo, è una nozione diffusa nella filosofia del linguaggio fin dall’inizio del XIX secolo. Nel saggio si snoda un percorso che illustra dunque il linguaggio come forma di vita, le famiglie linguistiche, codificazione dell’oralità, uso traslato del lessico dialettale. Inoltre presenta 138 lemmi legati al lavoro, 91 legati alla vita familiare, trovati nelle interviste del «Mondo dei vinti».

Marco Bernardi

Marco Bernardi, autore del saggio «Nuto Revelli, maestro di noi tutti. Una panoramica sul rapporto degli storici con la sua opera a partire dagli anni Novanta» ha sottolineato che:
«Questo studio si propone come una ricerca metodologica. O più correttamente: da una parte, è un’analisi su quanto e come il metodo (rigorosamente implicito) di Nuto Revelli sia stato apprezzato, fatto proprio e sviluppato dagli storici; dall’altra, vuole essere una proposta per rileggere il lavoro di questo grande testimone e indagatore del suo tempo, cercando di esplicitare appieno gli aspetti teoretici contenuti nel suo lavoro».

Alessandra Demichelis

Alessandra Demichelis, autrice del saggio “Il buon tempo antico. Cronache criminali dalle campagne Cuneesi nel Novecento” ha spiegato come nella sua ricerca «Si offra un primo sguardo sul mondo contadino della provincia di Cuneo tra la fine dell’Ottocento e i primi trent’anni del Novecento indagandone la conflittualità sociale e l’amministrazione della giustizia. Ne emerge uno spaccato di civiltà contadina tutt’altro che aliena a risolvere con aggressività le controversie familiari e comunitarie. Più che violento, però, il mondo contadino di inizio Novecento appare un luogo “pericoloso” in cui vivere, specie per i suoi soggetti più deboli, perennemente in balia di eventi (incendi, calamità naturali, incidenti sul lavoro) a cui sembra impossibile sottrarsi».

Marco Ruzzi

Marco Ruzzi, autore de “A colpi di spighe. Note a margine della Battaglia del grano nel Cuneese (1925-1933)” ha affermato che il suo saggio «vorrebbe illustrare le fasi salienti di questa “Battaglia” nella provincia di Cuneo, nel periodo di tempo compreso fra l’avvio dell’autarchia granaria, nel 1925, e il superamento del traguardo produttivo fissato da Mussolini nell’ottobre 1926 (75.000.000 di quintali di grano), raggiunto e sorpassato nel 1933 con 80.000.000. Obiettivo del saggio è identificare e illustrare le principali iniziative assunte a livello locale, tracciando anche una celere ricognizione delle scelte del regime».

Michele Calandri

Michele Calandri, autore del saggio “1945-1965: la fuga dalla miseria” ha parlato nel suo lavoro «del ventennio della ricostruzione (1945-1965). Ne emerge uno scenario: la provincia che nel 1945 esce dalla guerra è ancora più povera di prima. Ai mali endemici del territorio si aggiungono quelli di un Paese che ha subito un’occupazione nazista predatoria, bombardamenti e rastrellamenti, che ha una pianta manifatturiera da ricostruire, un sistema infrastrutturale gravemente leso e che ha mandato al macello un’altra generazione di giovani agricoltori. Se altrove vivere è problematico, nelle zone di alta collina e montagna cuneese (che ha una percentuale di caduti quasi doppia del resto del paese), è impossibile. Sta iniziando un esodo biblico e l’abbandono di pur secolari insediamenti montani.
Nel saggio si individuano le cause di questa “fuga dai campi” tra le quali emergono le piccole dimensioni delle aziende agricole e le scelte della classe politica egemone in Provincia».
Attilio Ianniello, autore del saggio “La Camera di Commercio di Cuneo e la ripresa dell’agricoltura provinciale nel Secondo dopoguerra (1945 – 1962)” ha affrontato
«Gli interventi della Camera di Commercio nei vari settori agricoli. Inizia la meccanizzazione agricola anche grazie alle risorse economiche messe in campo dall’E.R.P. (European Recovery Program, meglio conosciuto come piano Marshall); la promozione della frutticoltura attivando corsi, costituendo il CIFOP (Centro Incremento Frutticolo Ovest Piemonte), i C.I.F. (Centri di Incremento Frutticoltura) e istituendo la 1a Mostra Provinciale Frutticola; la salvaguardia e valorizzazione dell’economia rurale montana attivando l’Ufficio per la montagna (di cui fu storico dirigente Gianromolo Bignami) e promuovendo sia l’Uncem che i Consigli di Valle»
Infine Gigi Garelli riprendendo la parola ha presentato il suo saggio dal titolo “L’altra battaglia. Le scuole rurali cuneesi tra realtà e mito fascista della ruralizzazione” leggendo e commentando un brano tratto dai sussidiari dell’epoca: «Lo zio di Mario e di Annetta ha fatto la guerra. È stato anche ferito e ha meritato una medaglia.
«Tu sei un eroe?» gli chiede Annetta.
Lo zio scuote il capo. «Non sono un eroe: sono un soldato che ha fatto il suo dovere in battaglia. Potevo anche morire, ma il Signore non lo ha permesso. Mi ha voluto lasciare per un’altra battaglia».
«Ancora?» chiede Annetta stupita.
Lo zio sorride. «Le mie armi per questa battaglia sono l’aratro e la vanga».
«Ho capito – dice Mario trionfante. È la battaglia del grano».
«E vinceremo anche qui!», dice lo zio. Poi con la zappa sulle spalle va nei campi a lavorare».

Beatrice Verri, direttrice della Fondazione Nuto Revelli

Beatrice Verri, direttrice della Fondazione Nuto Revelli ha concluso la serata presentando il lavoro della Fondazione da lei diretta, lavoro che consiste sia nella custodia dei documenti scritti e delle registrazioni su nastro magnetico delle testimonianze raccolte da Nuto stesso, sia della attualizzazione delle idee e progetti del ricercatore cuneese in iniziative quali, per esempio, la Scuola giovani agricoltori di montagna.

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