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Piccoli frutti

Piccoli frutti

Marzia Milano (Erboristeria Monte Regale)

I piccoli frutti arbustivi con interesse erboristico arrivano da famiglie diverse, i più
sfruttati sono sicuramente il mirtillo (nero e rosso americano), il ribes nero e il
lampone. Ciò che li accomuna è il contenuto in antociani (appartenenti ai flavonoidi,
importanti composti fenolici), molecole che conferiscono il colore che può sfumare
dal blu-viola al rosso (visibile nei frutti a bacca di queste piante) e una forte azione
antiossidante. Sono tutti utilizzati nel campo agroalimentare, quindi oggetto di
colture agrarie, anche se reperibili allo stato selvatico nei loro habitat naturali (per
tutti il sottobosco, tolto per il mirtillo rosso americano che cresce bene in zone
paludose).

1) Mirtillo nero
Nomenclatura binomiale: Vaccinium myrtillus
Famiglia: Ericaceae
Il mirtillo nero è un piccolo arbusto sempre verde con altezza compresa tra i 20 e i 60cm, possiede foglie ovali verde chiaro che risaltano nei sottoboschi montani della zona Eurasiatica (in Italia lo si trova sia su Alpi che Appennini). I fiori, presenti alle ascelle delle foglie, sono bianco-rosa e sbocciano a maggio, da essi si formano delle pseudo-bacche blu-nere lucide che maturano durante l’estate (la loro lucidità è dovuta alla pruina, una cera vegetale biancastra che ha la funzione di protezione dai raggi UV).
Dal punto di vista erboristico del mirtillo nero si utilizzano i frutti, le foglie e le gemme. Il suo pool di principi attivi comprende flavonoidi (antociani e procianidine), tannini, vitamine A e C e sali minerali, conferendogli una lunga serie di proprietà: astringente (antidiarroica), antisettica (intestinale e urinaria), antinfiammatoria, antiossidante, capillaroprotettrice, antiaggregante piastrinico, stimolante della vista notturna e ipoglicemizzante.
Nello specifico frutti e foglie essiccati sono utilizzati in infusi, tinture madri (estratti idroalcolici), estratti secchi o fluidi inseriti in vari integratori per contrastare problematiche quali diarrea e gastroenteriti, infezioni urinarie, problematiche relative alla circolazione periferica (vene varicose, capillari deboli, emorroidi, malattia di Reynaud che riguarda vasospasmi irregolari nelle mani in risposta la freddo o a stress emotivi) e problematiche relative alla visione notturna (il mirtillo è in grado di stimolare la rodopsina, pigmento della retina dell’occhio che permette la
visione in condizioni di scarsa luminosità). Il frutto viene anche consumato come succo, sia puro, sia aggiunto ad altri preparati, utilissimo principalmente per le problematiche di circolazione negli arti inferiori. Ricordiamo ancora l’azione ipoglicemizzante che, combinata al miglioramento della vista notturna, è utile per prevenire le problematiche di diabete mellito che spesso ha come conseguenza la retinopatia. In generale i prodotti a base di mirtillo hanno una potentissima azione antiossidante grazie al contenuto di antociani che riducono lo stress ossidativo delle cellule di tutto l’organismo, andando a ridurre il rischio di malattie degenerative.
Per quanto riguarda le gemme, da esse si ricava il gemmoderivato (estratto idrogliceroalcolico) con una potente azione antinfiammatoria su apparato intestinale e urinario, nonché sui piccoli vasi sanguigni.
L’unica avvertenza per i prodotti a base di mirtillo è quella di non associarli a farmaci ipoglicemizzanti per evitare ipoglicemie improvvise.

2) Mirtillo rosso americano
Nomenclatura binomiale: Vaccinium macrocarpon
Famiglia: Ericaceae
Il mirtillo rosso americano è un altro arbusto sempreverde che cresce in zone paludose e acquitrinose del Nord America orientale, non supera i 20 cm e si estende a macchia praticamente su campi allagati. Esso possiede piccole foglie coriacee alterne e fiorellini bianco-rosati che sbocciano tra maggio e giugno, da cui nascono in
estate delle grandi bacche rosse. In italiano viene anche chiamato “ossicocco” oppure, in maniera inglesizzata, “cranberry”, che significa “bacca delle gru”, poiché questi animali ne vanno ghiotti e si riuniscono nelle paludi per farne grandi scorpacciate.
Dal punto di vista erboristico si utilizzano i frutti e anche le gemme. I principi attivi in esso contenuto sono tannini, flavonoidi (proantocianidina), vitamine C ed E, da cui derivano le proprietà antisettica urinaria, astringente, diuretica e antiossidante: il cranberry è infatti considerato uno dei migliori rimedi naturali contro la cistite e le
infezione dell’apparato urinario, sia a livello preventivo che curativo, questo grazie all’azione inibitoria sull’attecchimento dei batteri patogeni (parliamo in particolare di Escherichia coli) sulle mucose delle vie urinarie. Nel particolare, le proantocianidine del mirtillo rosso americano inibiscono le fimbrie (ciglia) che i batteri usano pe
agganciarsi alla parete cellulare dell’ospite, lo stesso effetto (su ciglia diverse) lo espleta il D-Mannosio, zucchero semplice, che viene spesso abbinato all’estratto di cranberry nei vari integratori (che possono essere sia liquidi che in polvere libera o incapsulata). Questa capacità inibitoria sull’adesione batterica, può anche essere
sfruttata per impedire ai batteri che causano la placca di aderire ai denti, oppure per ridurre le ulcere peptiche causate da Helicobacter pilori sulle pareti intestinali, diminuendo il suo attecchimento.
Di questa pianta si sfruttano anche le gemme, da cui si ricava il gemmoderivato (estratto idrogliceroalcolico) che svolge un’azione regolatrice del colon, nonché antisettica intestinale e urinaria e anche estrogenica in caso di disturbi della menopausa, poiché riattiva le ovaie ializzate, riducendo vampate di calore, alterazione dell’umore e disturbi trofici vaginali.
Particolare attenzione va posta nel caso di abbinamento del cranberry con il Warfarin, poiché ne aumenterebbe l’effetto anticoagulante e in caso di allergia all’acido acetil-salicilico poiché ne contiene un piccolo quantitativo.

3) Ribes nero
Nomenclatura binomiale: Ribes nigrum
Famiglia: Grossulariaceae
Il ribes nero è un arbusto con foglie decidue, alto 1,5-2 metri, che cresce nell’Europa e nell’Asia, spontaneo solo nelle zone boschive fresche, fuori da quella mediterranea, ma al giorno d’oggi è per lo più coltivato. Presenta una corteccia bianco-rossastra nei fusti giovani, per divenire più scura nei fusti vecchi; le foglie sono ampie, con più lobi (da 3 a 5) e la pagina inferiore ricca di ghiandole giallastre che emanano il tipico odore; i fiori violacei, riuniti in racemi pendenti, si aprono in primavera per poi dar vita a bacche nere e globose, ricche di semi, che maturano tra
agosto e settembre.
Del ribes nero, in erboristeria, si utilizza praticamente quasi tutta la pianta: frutti, foglie, gemme e semi. I principi attivi in esso contenuti sono flavonoidi (antociani), terpeni, vitamina C, sali minerali, vitamina E e acidi grassi essenziali (questi ultimi due nei semi).
Dai frutti si ottiene il succo con azione astringente, antiossidante e capillaroprotettrice, molto simile a quello di mirtillo, proprio per il contenuto in antociani che conferiscono anche al ribes il colore nero-viola. Proprio per questa
caratteristica in comune, il mirtillo viene spesso sofisticato con il ribes nero.
Le foglie, utilizzate sottoforma di infuso, hanno proprietà diuretiche e antinfiammatorie, utili per ripulire l’organismo e lenire le mucose interne.
Le gemme, forse la “parte più famosa” del Ribes nigrum, sono potenti stimolanti delle ghiandole surrenali, deputate alla produzione di cortisolo, ormone che agisce riducendo la risposta immunitaria a stress o agenti esterni: il gemmoderivato (estratto idrogliceroalcolico) è infatti considerato un cortison-simile che determina l’azione antinfiammatoria su rossori, gonfiori e pruriti e antistaminica in caso di allergie, come per esempio quella da pollini. Un appunto da fare sull’effetto cortisonsimile è il possibile aumento della pressione arteriosa (come nel caso del cortisone farmacologico), da evitare quindi in soggetti ipertesi.
I semi, di cui il frutto è ricco, vengono spremuti per ottenere un olio utile per la permeabilità delle membrane e il benessere della pelle: lo si trova in commercio sia puro ad uso esterno da spalmare direttamente sulle pelle, sia ad uso interno sotto forma di perle oleose con la stessa finalità.

4) Lampone
Nomenclatura binomiale: Rubus ideaus
Famiglia: Rosaceae
Il lampone è un arbusto caducifoglio infestante di sentieri, radure e boschi di zone per lo più montane, è diffuso in tutto il centro Europa, in Italia in particolare sui pendii di Alpi e Appennini. Esso si presenta con foglie larghe e fiori bianchi che fioriscono tra maggio e giugno, da cui si formano poi i frutti, agglomerati di drupe rosse, molto apprezzati in campo culinario, proprio per questo il lampone lo si trova anche coltivato.
In erboristeria, del lampone si utilizzano foglie, gemme e semi. Esso contiene flavonoidi (antociani), tannini, vitamine A e C, vitamine E e acidi grassi essenziali (questi ultimi due nei semi).
Le foglie, utilizzate sotto forma di infuso, hanno azione antinfiammatoria, astringente e diuretica, indicate quindi in caso di diarrea e per combattere la ritenzione idrica. Un utilizzo popolare , ma non scientificamente provato, è l’utilizzo di questo infuso per la preparazione al parto: nelle ultime 4-5 settimane antecedenti al termine, molte ostetriche consigliano l’assunzione di 3 tazze al dì di infuso di foglie di lampone per tonicizzare la regione pelvica e l’utero stesso, di modo da ottenere un travaglio più veloce e meno doloroso.
La parte più usata del lampone rimane la gemma da cui, come per il ribes nero, si ricava il gemmoderivato (estratto idrogliceroalcolico), ottimo regolatore dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadico, che controlla la secrezione ovarica: il gemmoderivato di lampone è infatti utilizzato come riequilibrante ormonale nella donna per regolarizzare il ciclo mestruale, ridurre le problematiche di sindrome premestruale (tensione mammaria, nervosismo, ritenzione e acne), dismenorrea (mestruazioni dolorose), amenorrea (mancanza di mestruazioni), cisti ovariche e disturbi legati alla
menopausa (vampate di calore, sbalzi d’umore, gonfiore addominale). Proprio per i disturbi dovuti alla menopausa, ideale sarebbe l’abbinamento di gemmoderivato di lampone e gemmoderivato di cranberry.
Come i semi del ribes, anche i semi del lampone si utilizzano per la pelle: l’olio ottenuto dalla loro spremitura è utile per il benessere della pelle, in quanto allevia irritazioni e infiammazioni, dando un effetto nutriente e antiossidante allo stesso tempo.

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