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Pino Mugo

Pino mugo

Nomenclatura binomiale: Pinus mugo
Famiglia: Pinaceae

Il pino mugo è un cespuglio aghiforme sempreverde che può arrivare a prendere la forma di alberello, è il pino più piccolo che esista allo stato spontaneo ed è infatti chiamato anche “pino nano”. È diffuso in Europa centrale e meridionale tra i 1000 e i 2700 mslm, è sempre piccolo e compatto, con rami adagiati sul terreno nella parte
inferiore per proteggere il tronco dal vento. Vista la straordinaria resistenza alle intemperie infatti, i montanari, fin dall’antichità, erano convinti che il pino mugo custodisse un principio magico, una forza straordinaria che provarono ad estrarre distillando l’olio essenziale contenuto nel suo legno. Inoltre un’antica leggenda del
sud- tirolese narra le vicende di Thres, una strega della Val Sarentina, esperta di proprietà delle piante che nella notte delle streghe gettava nel fuoco i rami di pino mugo per sprigionare energia e liberare gli spiriti e ne utilizzava l’olio in prodigiosi unguenti con cui curava i mali dei contadini.
Esso ha una corteccia scura a squame sottili, foglie aghiformi di colore verde scuro riunite in verticilli di due, la fioritura è ad aprile-maggio (si parla di sporofilli: femminili piccoli, conici e rosso-violacei, mentre quelli maschili più grandi, oblunghi e sul colore giallo), dopo di che si formano gli strobili ovali-conici, chiamati volgarmente “pigne”, contenenti dei piccoli semi scuri con un’ala membranosa che li fa volare lontano.
Del pino mugo si utilizzano le gemme apicali per farne dei decotti e delle tinture, i rametti verdi non ancora lignificati dell’anno in corso per estrarne l’olio essenziale e gli strobili verdi non ancora maturi per creare sciroppi e grappe.
Il principio attivo principale del pino mugo, a prescindere dalla parte di pianta, è l’olio essenziale, si parla in particolare di “olio essenziale di mugolio”, composto da idrocarburi monoterpenici, limonene, pinene, canfene, fellandrene, dipentene, mircene e acetato di bornile. Si tratta di un olio essenziale dalle note legnose, terrestri e fresche con azione balsamica, mucolitica, espettorante, antisettica, purificante e tonificante.
Per quanto riguarda le gemme, in commercio le si trovano essiccate da utilizzare per decotti in caso di tosse o si può trovare direttamente la tintura madre da gemme fresche utilizzata diluendola in acqua (solitamente il dosaggio delle tinture è di 30 gocce massimo 3 volte al dì) sempre per fluidificare il muco bronchiale.
L’olio essenziale ottenuto per distillazione in corrente di vapore dai rami verdi (e insieme dagli aghi) può essere utilizzato in molteplici modi: attraverso suffumigi (ideali in caso di sinusite), diluito in tisana o aggiunto a un cucchiaino di miele (in questo caso 1 goccia fino a 3 volte al dì), unito ad una crema da massaggiare sulla
zona dei bronchi, questo sempre per combattere la tosse, oppure nel diffusore per purificare l’aria o in un olio da massaggio per fare dei massaggi tonificanti pre-sport oppure abbinato alla pomata di arnica in massaggi dopo sport per alleviare i dolori muscolari migliorando anche la circolazione periferica, questo fatto lo si può poi
sfruttare per i piedi unendo l’olio ad un gel per donare una piacevole sensazione di leggerezza. L’olio essenziale di pino mugo è sconsigliato in caso di asma bronchiale, pertosse e come per tutti gli altri oli essenziali in gravidanza e allattamento.
Le “pigne” immature invece sono utilizzate più che tutto in campo culinario per creare sciroppi con lo zucchero e grappe digestive molto aromatiche.

A cura di Milano Marzia (Erboristeria Monte Regale) per il Comizio Agrario di Mondovì.

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