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CaDiBiA – Casa diffusa della biodiversità agraria

Vincent Van Gogh, Campi di grano a La Crau, 1888

In ogni luogo della Terra dove l’agricoltura si è diffusa, le popolazioni contadine hanno da sempre curato e sviluppato la gestione delle sementi, con molteplici pratiche differenziate secondo gli agroecosistemi e le forme sociali. Nel mondo attuale dominato da un’economia che privatizza ogni fase della produzione agricola, la millenaria gestione collettiva delle sementi assume anche un nuovo significato, quello di preservare e gestire in modo evolutivo le varietà agrarie tradizionali, affinché continuino ad essere beni comuni dei contadini e delle loro comunità. Nascono così nuove alleanze tra agricoltori, ricercatori e società civile che si concretizzano nelle esperienze comunitarie delle Case delle sementi, con lo scopo di conservare e garantire l’accesso a sementi di buona qualità ed adatte al territorio, associandovi anche attività di formazione e sperimentazione in campo.

Nel territorio monregalese il gruppo di lavoro costituito dal Comizio Agrario di Mondovì, Legambiente Cuneo, Associazione Rurale Italiana e Centro studi etnografici Museo “Augusto Doro” (Rocca de’ Baldi) ha avviato da alcuni anni un percorso indirizzato alla salvaguardia della biodiversità agricola vissuta non come mera conservazione, già di per sé lodevole, ma come elemento di ricchezza per il territorio monregalese e più in generale piemontese, nell’ambito di un rilancio che ha come ottica uno scenario di agricoltura multifunzionale e generativa di opportunità di lavoro sia dal punto di vista colturale che culturale e scientifico.

Questo significa attuare pratiche di ricostruzione di agrobiodiversità, con una attenzione particolare agli areali collinari e montani piemontesi, attraverso una gestione dinamica delle risorse genetiche vegetali locali.

Il progetto, che ha come nucleo centrale il Comizio Agrario, prevede la strutturazione di una rete diffusa sul territorio cuneese e piemontese costituita da siti sperimentali nei quali svolgere le azioni a sostegno del recupero, caratterizzazione e reintroduzione di varietà vegetali tradizionali.

A fianco del lavoro in campo, verranno gradualmente sviluppati momenti di formazione e divulgazione, con l’intento, innanzitutto, di rafforzare una rete di persone sensibili ed attive a sostegno della biodiversità agricola contadina. Una rete partecipata da chiunque sia interessato a condividere il percorso: agricoltori, tecnici, docenti, studenti, cittadini e associazioni.

Il progetto Casa diffusa della biodiversità agraria si muove nell’ambito frutticolo (melo, castagno, etc.), quello orticolo (ortaggi, legumi etc.) e quello dei cereali (frumenti, mais e segale).

Le azioni prioritarie che sono state individuate riguardano: un lavoro storico documentario finalizzato ad un inventario dei dati sulla presenza e diffusione delle varietà locali sul territorio; la raccolta delle sementi necessarie per i campi sperimentali; la gestione dei siti sperimentali; la descrizione morfogenetica ed agronomica delle varietà prescelte; la formazione in campo tra agricoltori, ricercatori e chiunque sia disponibile alla coltivazione; l’organizzazione di momenti di scambio dei semi, incontri sulle tecniche di conservazione delle sementi, la produzione e diffusione di materiale documentario ed informativo anche verso gruppi di cittadini sensibilizzati alla salvaguardia delle risorse genetiche locali.

La realizzazione di queste azioni avviene anche in collaborazione con gli istituti di Istruzione Superiore (Istituto Tecnico Agrario di Mondovì, Scuola Forestale di Ormea), il Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino.

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