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Agrumi

Agrumi


Nomenclatura binomiale: Citrus sp.
Famiglia: Rutaceae

Con il termine “agrumi” si intendono sia i frutti che nascono dagli alberi del genere Citrus, sia gli alberi stessi. Si tratta di piante o a volte anche arbusti sempreverdi, originari dell’Asia sud-orientale e coltivati nelle regioni temperate calde, in Italia per esempio ci sono grandi produzioni in Sicilia e Calabria oltre che in Campania, Puglia,
Basilicata e Sardegna. Questi alberi possono raggiungere i 5-10 m di altezza, generalmente presentano foglie ovali verde lucenti, rami spinosi (quelli coltivati generalmente perdono le spine), fiori bianchi molto profumati (detti zagare) che si aprono in estate e frutti succosi chiamati esperidi (gli agrumi appunto) costituiti da epicarpo (scorza), mesocarpo (parte bianca sotto lo scorza detta anche albedo) e endocarpo (la cosiddetta polpa divisa in spicchi).
I frutti degli agrumi sono utilizzati a scopo culinario per la loro ricchezza in succo e polpa, consumati freschi, sotto forma di spremute, confetture o canditi (sono un’ottima fonte di vitamina C e flavonoidi quindi ottimi antiossidanti), mentre la scorza in particolare vine utilizzata nel campo profumiero, in quello erboristico e liquoristico per l’alto quantitativo in oli essenziali.
Gli agrumi sono poi generalmente bottinati dalle api che ne producono un miele dal gusto floreale ricco di proprietà che richiamano quelle proprie dell’olio essenziale in essi contenuto: antiossidante, rilassante e stimolante dell’appetito.

I principali agrumi utilizzati nel campo erboristico sono:
1) Citrus limon (Limone)
Pianta ibrida ottenuta dall’incrocio tra l’arancio amaro e il cedro, già conosciuto ai tempi degli antichi Romani poiché raffigurato nei mosaici. L’esperidio del limone è di forma ovale con scorza gialla e endocarpo quasi incolore. Il suo succo è ricchissimo di vitamina C (molto acido da bere puro) e flavonoidi e viene considerato un classico
“rimedio della nonna” per le sue molteplici azioni antinfiammatoria, antiossidante, antisettica, vitaminizzante, depurativa, rinfrescante, antianemica (la vitamina C permette di assorbire meglio il ferro), dermopurificante, schiarente, cicatrizzante, tonificante dei vasi sanguigni nonché aromatizzante: bere acqua e limone tutte le
mattine a stomaco vuoto è un toccasana per il nostro organismo, inoltre lo stesso mix può essere picchiettato su una pelle acneica per dare un effetto astringente ed essere utilizzato, con del cotone, per bloccare piccole emorragie ed epistassi. Dalla scorza del limone (utilizzata in decotti o essiccata in infusi per digerire), ricca in olio
essenziale, esperidina e limonene, si ottiene proprio l’olio essenziale vero e proprio tramite la spremitura a freddo, quest’ultimo possiede le stesse proprietà elencate per il succo, infatti è utilissimo ad uso interno come digestivo (e aromatizzante per dolci, ma anche carne e pesce) e ad uso esterno come schiarente, cicatrizzante anche in caso di afte, nonché stimolante del microcircolo di mani e piedi, ideale infatti in caso di geloni.

2) Citrus sinensins oppure Citrus aurantium var. dulcis (Arancio dolce)
Pianta ibrida ottenuta dall’incrocio tra il pomelo e il mandarino, importata in Europa dall’estremo Oriente nel XVI secolo dai marinai portoghesi. L’esperidio dell’arancio dolce è sferico con scorza arancione e ruvida (da qui il termine di paragone con la pelle “a buccia d’arancia”) e polpa bionda o rossa in base alle varietà e quindi al
contenuto di antocianine. Come il limone, possiede un succo ricchissimo di vitamina C e antocianine ma essendo più dolce viene consumato tale e quale oppure spremuto: essendo la vitamina C un potente immunostimolante e le antocianine antiossidanti, è consigliabile bere una spremuta al giorno per prevenire l’influenza e come toccasana per la bellezza della pelle. Dal punto di vista erboristico vengono utilizzati la scorza e i fiori (zagare), entrambe essiccati e utilizzati in infusi con azione rilassante, sedativa del sistema nervoso, antispasmodica (rilassa la muscolatura liscia del ventre), digestiva e aperitiva, tutto questo grazie al contenuto in olio essenziale e
flavonoidi. L’olio essenziale puro, ottimo aromatizzante (grazie al contenuto in limonene), è utilizzato sia in cucina che in cosmesi grazie alla sua azione levigante delle pelle e antirughe e al suo ottimo profumo che predispone al buon umore.

3) Citrus aurantium var. amara (Arancio amaro)
Pianta ibrida ottenuta, come la precedente, dall’incrocio tra il pomelo e il mandarino, coltivato dagli Arabi fin dal IX secolo e poi importato in Sicilia. A differenza dell’arancio dolce, la pianta dell’arancio amaro possiede spine più lunghe, foglie più scure e esperidi più piccoli, colorati (sempre arancione ma più vivo) e ruvidi e soprattutto una polpa più amara (l’arancio dolce, per l’utilizzo alimentare maggiore, rimane infatti l’agrume più coltivato). In campo fitoterapico l’arancio amaro viene considerato una pianta medicinale per il contenuto in sinefrina, una molecola contenuta nella scorza e nel frutto immaturo, che stimola il dimagrimento: agisce liberando adrenalina con riduzione dell’appetito, riassorbimento del grasso e aumento del dispendio energetico (azione termogenica). Oltre ad essa, la scorza di arancio amaro contiene come gli altri agrumi vitamina C, flavonoidi, antocianine, limonene e soprattutto olio essenziale, quest’ultimo viene utilizzato ad uso interno come digestivo (effetto maggiore rispetto all’arancio dolce), amaro-tonico e antispasmodico, per inalazione come tonico in caso di stress e ad uso esterno come seboregolatore per le pelli grasse e anticellulite, nonché come aromatizzante in cosmetici e bevande amare.

4) Citrus paradisi (Pompelmo)
Pianta ibrida ottenuta dall’incrocio tra l’arancio dolce e il pomelo, anche se da secoli costituisce una specie autonoma. Documentato per la prima volta nel 1750 a seguito di un’importazione dalle Barbados, viene considerato l’unico agrume con origini americane e non asiatiche, si presuppone comunque il suo arrivo dall’estremo Oriente come i progenitori. Inizialmente venne utilizzato per lungo tempo come semplice pianta ornamentale, il frutto divenne popolare solamente nel XIX secolo.
L’esperidio del pompelmo è il più grande tra gli agrumi, può raggiungere addirittura i 2kg di peso, ha una scorza verde-gialla foderata di uno spesso albedo, che lo fa spesso sembrare ammaccato. Negli ultimi anni sta prendendo piede in commercio una varietà di pompelmo mutata spontaneamente, ma stabilizzata tramite irraggiamento di neutroni: il pompelmo rosa, con scorza più fine e succo più dolce. Il pompelmo solitamente non viene consumato fresco, ma se ne utilizza il suo succo ricco di vitamina C e sali minerali, principalmente potassio, da cui ne derivano le sue proprietà antiossidanti e diuretiche. Attenzione però alla sua capacità di inibire il citocromo P450, enzima deputato alla metabolizzazione di molti farmaci: quando questi ultimi non vengono metabolizzati completamente, aumenta la loro biodisponibilità e di conseguenza anche gli effetti collaterali, portando quindi a problematiche più o meno gravi in base al farmaco assunto. In erboristeria la parte che più interessa è sempre la scorza ricca di flavonoidi e olio essenziale, riconosciuto anch’esso per le sue proprietà drenanti e stimolanti linfatiche, utilizzato infatti nei massaggi anticellulite e rassodanti, nonché per seboregolarizzare le pelli grassi, si utilizza inoltre per inalazione come riequilibrante energetico e tonificante. Dai suoi semi poi si ottiene un estratto ricco in naringenina con forte azione antiossidante e antibatterica, ma anche antimicotica e antivirale, in grado di modulare il sistema
immunitario: si utilizza infatti come rimedio naturale contro malattie infettive interne (es. candidosi, salmonellosi, faringite, otite, infezioni intestinali) ed esterne (acne e foruncolosi).

5) Citrus bergamia (Bergamotto)
Di questo agrume non si conosce l’esatta genesi, il suo colore sembra indicare una mutazione genetica da specie già preesistenti come il limone, l’arancio amaro o la limetta (lime). Esistono anche varie controversie tra botanici che lo considerano una specie a sé ed altri che lo considerano una sottospecie dell’arancio amaro. Altra
notizia non nota è la sua origine: leggende narrano il suo arrivo dalle isole Canarie grazie a Cristoforo Colombo, oppure dalla città di Berga in Spagna dove un moro di Spagna ne vendette un ramo ai signori di Reggio Calabria che lo innestarono su un arancio amaro, altre fonti parlano ancora di Cina o Grecia. L’esperidio di questo
agrume è rotondo, schiacciato ai poli, di grandezza tra il limone e l’arancio e la scorza liscia e di colore giallo (più acceso rispetto al pompelmo ma meno rispetto al limone). Come il pompelmo, esso non viene consumato fresco, ma se ne consuma il succo, anch’esso amaro e ricco di flavonoidi (polifenoli) con una forte azione
ipocolesterolemizzante e di vitamina C con azione antiossidante. Il bergamotto si utilizza soprattutto per estrarne l’essenza, molto pregiata in campo profumiero: un esempio classico è l’acqua di colonia in cui il bergamotto è l’essenza base. Dalla scorza ricca anch’essa in limonene, che determina l’aroma base degli agrumi, si ottiene l’olio essenziale che possiede azione deodorante, antinfiammatoria, cicatrizzante e riepitelizzante, nonché antibatterica e vermifuga se assunto per via orale e rasserenante se inalato.

A cura di Milano Marzia (Erboristeria Monte Regale) per il Comizio Agrario di Mondovì.

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